COVID-19 | Pubblicato il rapporto sul postulato concernente le conseguenze del Coronavirus sulle persone anziane e le persone negli istituti
Il rapporto presentato dal Consiglio federale si basa su diversi studi cui hanno partecipato ARTISET e le associazioni di categoria. Molti risultati possono essere utilizzati per lo sviluppo di strategie e misure per prepararsi alle pandemie e gestirle. Purtroppo, nel suo rapporto il Consiglio federale si concentra principalmente sulle strutture sociosanitarie e gli istituti per persone in situazione di disabilità, senza collocare i risultati in un contesto più ampio.
Dopo la prima ondata di COVID-19, Barbara Gysi e Laurent Wehrli hanno presentato iniziative per richiedere un rapporto sulla situazione delle persone anziane e delle persone in situazione di disabilità, in particolare nelle residenze assistite. Maya Graf ha inoltre richiesto un rapporto su come coinvolgere meglio i fornitori di servizi per le persone che necessitano di assistenza e le organizzazioni per le persone disabili in caso di pandemie.
ARTISET e le associazioni di categoria accolgono con favore la pubblicazione degli esiti degli studi, molti dei quali dovrebbero essere inclusi nella revisione parziale della legge sulle epidemie. Tuttavia, ARTISET ritiene che questo non sia ancora avvenuto:
- Gli aspetti psichici, emotivi o sociali della salute sono trattati solo a valle nel progetto di legge.
- Manca: le persone bisognose di assistenza che vivono in istituti collettivi non devono essere soggette a provvedimenti diversi rispetto al resto della popolazione.
- Manca: deve essere garantito il coinvolgimento diretto dei fornitori di prestazioni e di altri attori della società civile nella gestione di una pandemia.
A chi sono rivolte le conoscenze ottenute?
Nel suo rapporto, il Consiglio federale cita risultati importanti e centrali ricavati dai diversi studi. Per esempio viene esplicitamente messa in evidenza la sofferenza causata dall’impossibilità dei contatti a causa del rigido isolamento iniziale degli istituti. Si fa riferimento anche alla conseguente restrizione delle libertà delle persone residenti negli istituti.
Tra i risultati emersi vi è anche l’insufficiente differenziazione delle misure di protezione tra le cure di lunga durata per le persone vulnerabili e anziane e l’assistenza sociale, nonché la scarsa considerazione del fatto che le persone anziane non sono un gruppo omogeneo. Questo vale allo stesso modo per le persone in situazione di disabilità che sono state interessate dalle misure per le residenze assistite.
Il Consiglio federale riassume che «non è stato possibile garantire, in tutte le fasi della pandemia, la proporzionalità delle misure di protezione per le persone anziane e quelle residenti negli istituti in termini di libertà individuale e autodeterminazione». Queste affermazioni sono fondamentali, ma non sono che i semplici risultati dell’analisi. A cosa portano queste conoscenze e chi se ne occupa?
Quattro risultati chiave, con un’attenzione particolare alle residenze assistite
Il Consiglio federale formula quattro fattori importanti per affrontare con successo le future crisi sanitarie:
- includere il punto di vista delle persone interessate e promuovere l’autodeterminazione
- più consapevolezza dell’eterogeneità delle situazioni assistenziali e dei contesti di vita nella vecchiaia attraverso il coinvolgendo degli attori rilevanti
- migliorare la preparazione alle pandemie nelle strutture sociosanitarie e nelle residenze assistite per le persone con disabilità
- investire nella qualità delle cure di lunga durata
Questi approcci meritano di essere accolti favorevolmente alla luce di un’osservazione integrale e della società nel suo complesso. Stupisce tuttavia che su questi punti il Consiglio federale rivolga un’attenzione speciale al fabbisogno di miglioramento delle residenze assistite per le persone anziane o le persone in situazione di disabilità.
Fin dall’inizio della pandemia, i fornitori di prestazioni hanno invocato una maggiore attenzione proprio su questi punti per superare la pandemia, oltre a un accesso diretto alle autorità. Quest’ultimo si è concretizzato solo dopo un’azione intensa da parte dei fornitori di prestazioni, sfociando in una buona collaborazione con il progredire della pandemia. Proprio questi risultati sono fondamentali per l’adeguamento della legislazione.
È vero che la Confederazione ha espresso solo «raccomandazioni» per l’attuazione delle misure e solo i cantoni hanno emesso in parte disposizioni dirette. Tuttavia non si deve dimenticare che la Confederazione ha esercitato una notevole pressione con le sue «raccomandazioni».
Quattro anni di assidua ricerca per la redazione del rapporto
L’UFSP ha condotto diversi studi cui hanno partecipato soprattutto le associazioni di categoria direttamente interessate CURAVIVA e INSOS. Le associazioni di categoria hanno anche promosso studi supplementari che hanno rilevato e analizzato in modo approfondito i punti di vista degli interessati, consentendo di raccogliere numerose esperienze per la redazione del rapporto sul postulato. È auspicabile che questa base venga utilizzata congiuntamente da tutti gli attori nell’ambito della sanità per essere preparati alle future crisi sanitarie.
Comunicato stampa del Consiglio federale, compreso il rapporto
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